CORSO SUI GRANDI DEL TEATRO
Adattamento e Regia Alberto Oliva
con Stefano Cordella e Vanessa Korn
Musiche originali Danilo Attanasio
PRODUZIONE Associazione Culturale I Demoni
DEBUTTO Teatro Oscar, Milano – 14 gennaio 2011
« Un intero istante di felicità! E’ forse poco in tutta la vita di un uomo?»
Notti Bianche è la storia di un incontro che si consuma durante quattro notti. Sono le notti bianche di Pietroburgo, quelle in cui il sole tramonta dietro l’orizzonte, ma, a causa della rifrazione, la luce del crepuscolo assomiglia a quella del giorno. È un momento in cui notte e giorno si confondono, luce e buio si mescolano; è un momento in cui è possibile l’incontro tra sogno e realtà.
In questa cornice il Sognatore, di cui non si conosce nemmeno il nome, incontra Nasten’ka, le apre il suo cuore, le racconta i suoi sogni e poi ascolta quelli di lei.
Comincia il tentativo di condivisione, di dialogo, di incontro. L’uno cerca di portare l’altro nel proprio sogno, per sentirsi meno solo, per credere nel giorno anche quando è notte e vivere così la sua notte bianca.
Inaspettatamente, riescono a capirsi, a penetrare l’uno nel sogno dell’altro, condividere lo stesso immaginario, per pochi istanti che potrebbero cambiare per sempre il loro punto di vista sul mondo.
È un incontro che assomiglia a quello che cerca di costruire il Teatro, in cui per il breve tempo di uno spettacolo si esce dallo spazio-tempo reale e si cerca di condividere un sogno, un’immagine, un respiro.
I due protagonisti della storia sono molto giovani, sono alla loro prima esperienza di incontro con l’amore e l’approcciano con fanciullesca ingenuità. Per questo abbiamo deciso di lavorare sulla dimensione del gioco, dentro al quale ci si perde, serio ma mai serioso, quello che conosciamo fin da bambini e che a teatro si cerca di non dimenticare mai. Il salto dal sogno alla realtà produce smarrimento, paura, un senso di instabilità e disequilibrio, la perdita dei punti di riferimento e l’abbandono alla libertà dei sensi.
Una pièce sull’amore che fa piangere, dove tutto è in bilico perché fragile. Dove il tempo e lo spazio sono dilatati, pesanti e gravi come un istante di pura attesa. Dalla regia semplice e pulita di un Alberto Oliva che, in modo commovente, reinterpreta il testo dostoevskijano – de “Le notti bianche” portato in scena fino al 23 gennaio al Teatro Oscar di Milano – lavorando sensibilmente sugli attori e sulla psicologia che li fa muovere nello spazio.Vanessa Korn e Stefano Cordella affascinano il pubblico con la loro freschezza e il loro candore così inattuale (al pari da esser considerati simili a due fanciullini), provocando indugi, sussulti e un sospiro per una rappresentazione giocosa di ciò che sfugge e che è grande più di ogni altra cosa nell’umana esistenza.
Valentina Giordano – cinelab.it
Il pubblico è partecipe, si riconosce e apprezza. La trovata della momentanea ubriacatura amorosa tra i protagonisti, inscenata in una danza su base ritmata, alza efficacemente il tono della narrazione. Altrettanto il ritorno alla realtà, con gli attori che roteano scomposti, su di una melodia scordata. Un’ora e mezza di spettacolo preciso e delicato. Tanti applausi meritati.
Edoardo Malvenuti – La Sestina
La messinscena di Alberto Oliva e l’impeccabile interpretazione dei suoi attori contengono la semplicità e la chiarezza necessarie a comunicare il giusto peso del testo. Molto azzeccati i commenti musicali, che accompagnano lo spettatore alla domanda più importante. Un attimo solo di reale felicità non merita tutta questa fatica? L’interrogativo è consegnato direttamente nelle mani del pubblico.
Matteo de Moyana – FaberGiornale