MOZART E SALIERI da Aleksandr Puskin

Drammaturgia Alberto Oliva e Mino Manni 
Regia Alberto Oliva
Con Mino Manni e Davide Lorenzo Palla
Musiche originali Ivan Bert
Scene Francesca Barattini
Costumi Marco Ferrara
Disegno Luci Alessandro Tinelli
Assistenti alla regia Angelo Colombo e Serena Lietti

PRODUZIONE Associazione I Demoni – Progetto NEXT 2014 di Regione Lombardia
Con il sostegno di Rosana Rosatti
DEBUTTO Teatro Out Off, Milano – 18 febbraio 2015

 

Salieri contro Mozart nella prima “cena con delitto” della Storia.

Un duello a colpi di musica, mentre il fuoco della passione brucia insieme al fuoco dell’invidia. L’inevitabile conseguenza di un dialogo fatto di “non detti”, parole schivate e sguardi incrociati, è il delitto, consumato subdolamente, senza il coraggio del gesto plateale, al punto che la morte di Mozart resterà per sempre avvolta nel mistero.

A partire dal breve, ma potentissimo testo di Aleksandr Puskin, da cui Peter Shaffer e Milos Forman hanno tratto un grande film, lo spettacolo propone una discesa negli inferi della mediocrità, dell’ambizione artistica tarpata dal senso di inferiorità. Sposando la tesi puskiniana dell’avvelenamento da parte di Antonio Salieri, il testo incontra suggestioni originali e altre fonti letterarie, fra cui Il Soccombente di Thomas Bernhard, le lettere di Mozart e i libretti delle sue opere, in particolare Il Flauto Magico con tutti i misteri che gravitano attorno alle sue influenze massoniche, ma soprattutto Dostoevskij con il suo Grande Inquisitore.

Antonio Salieri è una figura straordinaria, musicista di fama mondiale in vita, avrebbe potuto godersi gli onori e la fama che certo non mancavano al compositore ufficiale di corte. Capita, però, che negli stessi anni della sua maturità, compaia nel mondo l’astro nascente di Wolfgang Amadeus Mozart, il più grande di tutti i tempi. Il dramma di Salieri è quello di avere avuto abbastanza talento per riconoscere la genialità assoluta e inarrivabile di Mozart, ma non abbastanza talento per saperla superare. Il suo non è il destino degli “stupidi di successo”, che si godono la notorietà che riescono a ottenere. Purtroppo per lui, Salieri sapeva di non essere Mozart. Purtroppo per Mozart, non è riuscito a resistere alla tentazione di eliminarlo, almeno secondo la versione che della storia ci propone Puskin.

È il mito della creazione al negativo, raggiungere la fama non per aver creato una grande opera d’arte, ma per avere distrutto un’opera d’arte vivente, il più grande genio della storia della musica. Il terrorismo, gli attentati, le picconate alle statue di Michelangelo… la nostra epoca è piena di artisti falliti che non accettano la loro mediocrità e sfogano la frustrazione contro la vita e la creazione di chi, con leggerezza e talento, ha creato qualcosa di immortale. Ma la sfida di Salieri è addirittura con Dio, colpevole, a suo dire, di aver donato un talento incredibile a un essere volgare e incapace di rendersene conto.

MILANO: ”MOZART E SALIERI” IN SCENA AL TEATRO OUT OFF FINO ALL”8 MARZO

Davide Palla è assolutamente sorprendente nel ruolo di Mozart; riesce a far vivere, attraverso un interessante lavoro sulla gestualità, l’inadeguatezza dell’uomo che splende nel momento in cui compone. La regia di Alberto Oliva è attenta e presente; con decisione traccia le linee guida dalle quali poi i due interpreti spiccano il volo per far respirare i loro due personaggi e renderli così fragilmente e umanamente veri.

Tamara Malleo – Recensito

 

MOZART E SALIERI

I due interpreti in scena sanno perfettamente rappresentare tutte queste stratificazioni della drammaturgia, alternando il pathos più dirompente, l’indomita energia di un Mozart all’opera con, dall’altro lato, la lentezza e la sommessa ritualità di certi passaggi delicati – come quelli che rimandano ai contatti di Mozart con la massoneria o gli ultimi momenti del tragico epilogo. Ma l’aspetto affascinante di questa regia è il “finale dopo il finale”, quando Salieri sembra uccidersi con gli spartiti di quella stessa musica che prima odiava e di cui ora riconosce l’irraggiungibile superiorità e perfezione, lanciandoci un messaggio finale di sconvolgente verità: per quanto ci sforziamo di vivere, di essere qualcosa, dobbiamo riconoscere che in verità, per tutto il tempo che passiamo su questa terra, noi non viviamo ma siamo vissuti.

Emanuela Mugliarisi – Persinsala

 

MOZART E SALIERI AL TEATRO OUT OFF DI MILANO

Avviene quindi in scena la spettacolarizzazione della morte, un requiem al veleno dove i chiaroscuri dell’anima, grazie anche a una suggestiva quanto essenziale scenografia e un efficace disegno luci, si delineano in una dicotomia che pare richiamare a tratti il Faust di Marlowe in una trasposizione “rovesciata”: anziché il mito del male nell’evoluzione della modernità dei costruttori, avviene la distruzione della creatività, nella superbia di poter beffare la volontà divina uccidendo il genio che questa ha creato.

Claudio Elli – Puntoelinea Magazine

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