LA DANZA DELLA MORTE di August Strindberg
Regia Alberto Oliva
con Marta Licini,Vanessa Korn, Marco Pezza, Carlo Decio
PRODUZIONE Pacta dei Teatri
DEBUTTO Teatro Oscar, Milano – 13 aprile 2012
Egli è come in pace. Dorme?
Riverso su una sabbia nera,
una pace è in lui, non celeste, in non celeste sonno.
Elio Vittorini, Uomini e no
Quattro giovani.
Oggi, 2012.
Ieri, 1945.
“Sono Marta, ho ventisei anni.
Studio e lavoro come cameriera in un albergo. Studio e non studio.
Muoio ogni giorno perché mi hai lasciata da sola.
Mi hai condannata all’infelicità, hai condannato mio padre, mio figlio.
Mio figlio, i miei nipoti: li hai condannati all’inesistenza.
Lo hai fatto perché sei cattivo. E sei cattivo perché pensi di essere buono…”
“Sono Marco, ho trentun anni.
Sulla mia carta d’identità c’è scritto che faccio l’artista.
Poi dipende dall’anno.
Muoio ogni giorno perché mi sento da solo.
Poi dipende dal giorno.
Non sono da solo, ho una ragazza, amici, genitori, parenti.”
“Sono Carlo, ho trent’anni.
Io non faccio niente.
La mia parte è la più difficile di tutti. O la più facile.
Prima ho commesso il crimine peggiore della mia vita. O il più veniale.
Ho ucciso una mosca…”
“Sono Vanessa, ho ventisette anni.
Se ne avessi uno in meno studierei ancora. Se ne avessi uno in più, lavorerei.
Ma ho ventisette anni.
Muoio ogni giorno per non stare da sola.
Sono cattiva: per questo sto con tutti e tutti stanno con me.
Sono cattiva perché voglio il mio posto nel mondo. E invece il mio posto non c’è…”
Punto di partenza del nostro progetto è il romanzo di Elio Vittorini Uomini e no, per avviare una riflessione sul concetto di Resistenza che metta in luce le differenze e i tratti comuni tra l’esperienza storica degli anni Quaranta e il nostro presente, con una particolare attenzione alla città di Milano e alle sue problematiche.
Immaginando un ascensore che possa accompagnare i giovani di oggi a vedere coi loro occhi com’era Milano nel 1945, lo spettacolo si propone come un confronto tra due epoche, in costante dialettica fra loro, e senza giudizi. Due filoni corrono paralleli e sembrano, ma solo superficialmente, non incontrarsi. Il piano di sotto e il piano di sopra, la guerra e l’indifferenza, i nazisti e l’assenza di nemici, la povertà e il benessere. Ma in entrambi i piani ci sono quattro giovani insoddisfatti, desiderosi di cambiare, impegnati a resistere.
In non celeste sonno, omaggio a Elio Vittorini, debutta all’Oscar di Milano
Nello spettacolo “due filoni corrono paralleli e sembrano, ma solo superficialmente, non incontrarsi – spiega il regista Alberto Oliva -. Il piano di sotto e il piano di sopra, la guerra e l’indifferenza, i nazisti e l’assenza di nemici, la povertà e il benessere. Ma in entrambi i piani ci sono quattro giovani insoddisfatti, desiderosi di cambiare, impegnati a resistere”.
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